mercoledì 27 luglio 2011

Maria Buytaert e le sue candele




Le candele di Maria sono speciali. Sono tutte fatte a mano nel rispetto della salvaguardia della salute e dell'ambiente.

La qualità di tutto ciò che la sua azienda produce è certificata dal marchio di qualità RAL. Nonostante il marchio RAL sia nato per il mercato interno tedesco ha acquistato una notevole autorità in campo internazionale.

Le candele Maria Buytaert non rappresentano solamente tradizione, lasciano anche spazio ad innovazioni e sviluppi.

Ho conosciuto Maria a Milano, qualche tempo fa, e ci siamo fatte una bella chiaccherata, un pò in inglese, un pò in italiano e un pò in francese. - Io in francese so dire solo Perrier e Baguette -

Maria è una di quelle persone che lavorano sempre, dormono poco e pensano a come fare meglio. Sapevo di dover incontrare una persona così e me l'ero immaginata molto austera, una sorta di "Rottermaier" moderna. Invece, mi ha accolto con un sorriso.

Insieme a lei c'era una sua collaboratrice che parlava bene l'italiano e che dopo un pò, si è inserita nella nostra conversazione. Forse aveva capito che il francese non è il mio forte...
È stata lei a dirmi che nell'azienda di Maria lavorano quasi solamente donne separate e con figli a carico. Nel pomeriggio i figli delle sue dipendenti fanno i compiti insieme, in azienda, mentre le mamme lavorando.
Maria era imbarazzata ma io credo che questo suo aspetto umano si rifletta sulle sue bellissime candele.

Le candele di Maria non si sciolgono come le altre, si trasformano: si aprono a fiore man mano che si consumano creando un'atmosfera unica.


domenica 24 luglio 2011

Matrimonio, diciamola tutta.




Oggi è la prima domenica, dopo una lunga serie, in cui non siamo invitati a un matrimonio. Quest'anno, dopo il nostro, abbiamo partecipato ad altri quattro matrimoni. Meno male che "non si sposa più nessuno".
Mi sento autorizzata a dare alcuni consigli di sopravvivenza per questo giorno magnifico - per gli sposi, non certo per gli invitati ;) -


Cari sposi,
il matrimonio se ci credete è una scelta di vita straordinaria. Tutte le pesone che vi vogliono bene saranno felici di partecipare alla vostra gioia, farvi un regalo, comprare un vestito nuovo - questo vale soprattutto per le donne - mangiare 67 portate e fare festa. Però... abbiate un pò di buon senso:

- Ricordate al fotografo che è un fotografo e non un paparazzo e che, anche se non monta 10 flash fissi in chiesa le foto verranno lo stesso. Oltretutto, la tendenza del momento è di lavorare a luce ambiente e troppi flash disturberebbero la cerimonia.

- Se vi sposate in un mese caldo evitate di prendere una macchina d'epoca senza aria condizionata altrimenti sembrerà che avete appena fatto la Parigi - Dakar di corsa!

- Per il ricevimento non scegliete un posto troppo lontano dal luogo della cerimonia. La sera, dopo una giornata di baldoria, gli ospiti vi malediranno percorrendo la strada di ritorno.

- Consigliate le vostre mamme per la scelta del vestito. Vietato vestirsi di bianco e vietato vestirsi di nero (questo vale anche per gli invtati). Basta con sta storia del "adesso il nero si usa, soprattutto se il matrimonio è di sera".

- Fate molta attenzione a chi scegliete per suonare al ricevimento. L'animazione tipo villaggio vacanze non è gradita soprattutto dagli invitati che hanno la cassa nell'orecchio.

- Le bomboniere. Questo è un argomento importante. La gente se le porta a casa e quello sarà il ricordo materiale della vostra festa. Cercate di lasciare un ricordo carino, possibilmente che sia in linea con voi e con il vostro stile.


Cari invitati,
in questo giorno sarete molto combattuti tra la gioia per i vostri amici che si sposano, la fame per la lunga attesa prima dell'aperitivo, il male ai piedi, e l'incombenza della cravatta stretta.
Tentate di resistere ma mi raccomando:

Per le donne:
- Niente vestiti di colore bianco. La sposa non siete voi. E niente vestiti di colore nero se potete. Altrimenti nelle foto sembrerete delle "boje panatere".

- Portatevi delle scarpe di ricambio. La bolla da scarpa nuova è sempre in agguato e ballare con il male ai piedi non è il massimo, né per voi, né per chi vi guarda.

Per gli uomini:
- Aspettate ad allentare la cravatta. Se proprio dovete farlo fatelo dopo la foto dei tavoli, sempre che sia prevista, altrimenti sembrerete ubriachi e sbragati prima degli antipasti.

Per tutti:
- Se avete dei bambini e non è prevista un'animatrice lasciateli ai nonni altrimenti la giornata sarà un inferno per voi e per loro.

- Quando arriva la sposa non state fuori. Se non ce la fate, date un'occhiata veloce al vestito appena scende dalla macchina e poi accomodatevi in Chiesa. Altrimenti farà un ingresso senza invitati: non è il massimo.

- Se volete rubare i fiori sui banchi fatelo dopo il lancio del riso. Se lo fate prima gli sposi avranno le foto senza fiori in chiesa! Che tristezza!

giovedì 21 luglio 2011

Un'idea geniale


Ce l'hanno avuta Douwe Jacobs e Tom Schouten, due ragazzi olandesi. Ho avuto il piacere di incontrare Douwe a Parigi e di fare quattro chiacchere insieme con lui.

"Doveva essere un semplice progetto per l'università..." ed è diventato uno dei migliori pezzi di design degli ultimi anni.

Si chiama Flux Chair, una sedia portatile. Anche se, dopo averla testata mi sento autorizzata a definirla poltrona!
Comoda, di design e salva spazio: in dieci secondi la seduta si chiude e assume le fattezze di una cartella porta documenti.

Douwe si è ispirato agli artisti del piegaggio della carta, in particolare quelli che realizzavano linee curve: è nato così, nel 2008, il primo modello di carta in scala che univa la bella forma alla sorprendente robustezza.

Alla fine del 2009 sono state consegnate le prime Flux Chair in propilene disponibile in due varianti di colore: bianco e nero.

Da quest'anno i colori sono diventati otto e sono inoltre disponibili i cushions, cuscini comodissimi che si incastrano perfettamente nella seduta, e la wall mount, una cinghia che permette di fissare al muro la Flux quando è piegata.

Semplicemente geniale!




Flux Chair folding instruction from flux on Vimeo.

lunedì 18 luglio 2011

Elogio alla Caffettiera





Adesso è il momento della Nespresso, un pò perché il Volluto è il preferito di George, un pò perché hanno una vasta gamma di validi gusti.
Prima è uscita la Lavazza a modo mio che ti permette di comprare le cialde al super mercato. E prima ancora il boom l'ha fatto la Mokona.
In tanti oggi a casa hanno una macchinetta per fare il caffè. C'è la Gaggia, la Lui Espresso, quelle che ho citato prima e chissà quante altre...

Ma diciamocela tutta: la Caffettiera. Quanto era buono il caffè della caffettiera?
E quanto era bello fare il caffè con la caffettiera?

Ti mettevi lì, la svitavi, mettevi l'acqua fino alla valvola (guai a superarla), aggiungevi il caffè e, immancabilmente, te ne cadeva un pò sul piano della cucina.

In ogni famiglia, poi, c'era una teoria diversa.
Chi compattava tutto il caffè schiacciandolo con il retro del cucchiaino. Chi ne metteva un pò di più facendo una cupoletta.
Chi metteva la caffettiera sul fuoco al minimo. Chi appena sentiva il gorgoglio correva a spegnere il gas. Chi, invece, aspettava qualche secondo in più "perché fa così ma non è ancora venuto su tutto".

E poi a Natale si usava quella da 6 o da 12, che non avendola usata per tutto l'anno faceva un caffè pessimo. Roba che dopo il primo sorso ti veniva da dire "No zia, sai cosa? È meglio se non lo bevo il caffè... ne ho già presi tre stamattina".

venerdì 15 luglio 2011

Nessun posto è bello come casa mia


Non c'è posto più bello al mondo, per me, di casa mia.
Spesso è in disordine, si trovano cose sparse qua e là ma a me sembra perfetta lo stesso.
Quando qualcuno viene a trovarmi dico sempre che casa mia è "vissuta". È vero, è così.

La sento come un guscio e quando ho bisogno di un mio spazio mi ci rinchiudo dentro. Tante volte è a disposizione degli amici, che magari vengono a cena o passano per un caffè.

Se mi assento per un pò di giorni, anche se è per una vacanza ne sento comunque la mancanza.
Il mio letto, la cucina, i vicini con una figlia adolescente con la quale spesso litigano, l'ascensore che si blocca e ti obbliga a fare 3 piani a piedi, Spugna: il cane del quarto piano.

La casa è un luogo che ci appartiene e al quale noi apparteniamo. È bello prendersene cura. Non c'è altro posto più bello al mondo.

venerdì 1 luglio 2011