mercoledì 14 dicembre 2011

#LEAVEAMESSAGE





#leaveamessage
è: scrivere una frase o un messaggio carino, qualcosa di dolce su un bigliettino e lasciarlo in un luogo dove è facile che qualcuno lo trovi.

Questa bellissima idea è di Chiara Cecilia Santamaria, che non conosco personalmente putroppo. È l'autrice del blog "Ma che davvero". La seguo anche su Twitter.
Perché non lo fate anche voi?

Leggete bene di cosa si tratta nel suo blog:
http://machedavvero.blogspot.com/p/14-dicembre-leaveamessage.html

venerdì 25 novembre 2011

È tempo di tè

Sin da piccola ho associato il ad uno stato di salute precario: di solito, per colazione o talvolta merenda, bevevo il latte. Mia mamma riusciva a farmi bere il tè solo quando ero malata: con un po' di limone pareva essere la panacea di tutti i miei mali.

Per anni, ho vissuto senza bere nè apprezzare il tè. Quando sono andata a vivere con Laura (amica speciale e sorella a tutti gli effetti), le mie abitudini sono cambiate. Avevamo una dispensa piena di tè: era lei a comprarlo. Così, ogni tanto, per farle compagnia, è capitato che ne bevessi una tazza anch'io.

Quando poi sono andata a vivere da sola, ho cominciato a comprarlo perchè, è scontato, se viene qualcuno a trovarti... vuoi non avere del tè da offrire!?! L'alternativa per chi non prende il caffè non può essere soltanto un bicchiere d'acqua minerale!!!
Ammettiamolo: il tè deve essere presente in ogni casa che si rispetti.
Con il tempo, inoltre, ha iniziato a piacermi molto: il suo gusto, l'aroma, la sensazione che mi dà.

Del tè, però, due cose non mi sono mai piaciute:

1. La fatica che si fa a strizzare la bustina quando non deve più stare in infusione.
Non trovo sia affatto comodo avvolgere la bustina zuppa nel cucchiaino cercando di strizzarla il più possibile, tantomeno tirate i fili dello squeezable. No so a voi, ma a me uno dei due fili si rompe sempre!!!

2. Una volta strizzata la bustina... dove la si mette?
Se la metti sul piattino... sembra un rifiuto organico; se la poggi sul tovagliolo... inumidisce la tovaglia e nel caso il tè fosse fruttato... la macchierebbe pure.

Karin Santorso, una designer austriaca - geniale nel suo mestiere - deve aver avuto le mie stesse difficoltà, quando ha pensato a Tèo: un cucchiaino per il tè che risolve ogni problema. Può essere utilizzato come spremi bustina e risolve l'imbarazzo di dove poggiarla dopo. Fantastico!!!


venerdì 4 novembre 2011

Fiato sul collo



Fiato sul collo non è solo il titolo del post ma è il nome del gioiello in acciaio, fimato Alessi, che racconta la fierezza di chi è condannata alla continua corrida contro il tempo.
È la traduzione di un attimo frenetico qualunque, di una giornata qualunque, di una donna qualunque.

È un gioiello imprevisto come i pensieri lievi, asimmetrico come la mattina quando piove, disordinato come i sogni di libertà.

“Fiato sul collo” è un augurio sottovoce per una sopravvivenza instabile e per una bellezza senza tempo.
Un'augurio che vorrei fare a me stessa, a tutte le mie più care amiche e a tutte le altre donne.

venerdì 14 ottobre 2011

Il Rosso è un sempreverde


È il colore della passione, dell'amore romantico, del Natale, della laurea, delle fragole e del camion dei pompieri.

Rosso, dal latino rŭssum è sinonimo di colorato. È il primo colore dell'arcobaleno, il primo a cui tutti i popoli hanno dato un nome. È addirittura il colore sempre citato nei titoli delle puntate di The Mentalist. Dopo "Mamma", "Papà" e "No!" i bambini dicono: "Rosso", quanto meno a modo loro.

È un colore che piace. Sempre. Ed è quello che nell'indesione ha sempre la meglio.
Assisto quotidianamente a dialoghi tra amiche tipo questo:

- "Mmm, che dici? Come lo prendo? Verde, arancione o rosso?"
- "Ma, forse rosso"
- "Dici? Ma sì, rosso"


Il Rosso è un classo, si va sul sicuro. Persino mia suocera mi ha portato dalle vacanze un magnete rosso.

Una volta era uno tra i pochi colori banditi nei matrimoni. Oggi, non solo gli invitati si possono vestire di rosso, ci sono anche abiti da sposa interamente di quel colore. Che poi, come dicono (sempre) le commesse nei negozio di abbigliamento, "Sta bene con tutto".
;)

venerdì 7 ottobre 2011

Il diavolo fa le pentole ma non di ceramica


Qualche settimana fa è venuta in negozio una cliente a chiedermi una padella in ceramica.
Le ho risposto: "Guardi Signora, le pentole di ceramica non le tratto. Per scelta".
La signora era allibita così come lo sono stati tutti i miei amici e parenti quando gliel'ho detto prima di spigare loro il perché.

Quando c'è stato il boom delle pentole in ceramica ce n'erano di tutti i marchi, di tutti i colori e di tutti i prezzi. E questo già dovrebbe far riflettere.

La ceramica di per sè è ottima per cucinare ma non da sola, mi spiego meglio.
Avete mai usato una padella di ceramica tutti i giorni, per più giorni. L'avete mai messa di fretta in lavastoviglie per andarvi poi a sdraiare sul divano e godervi il vostro film?

Se non lo avete fatto vi dico cosa succede: dopo le prime 10-15 volte che si cucina il cibo inizia ad attaccarsi, per far sì che non succeda bisogna mettere più olio.

Ma dico io, cari produttori di pentole in ceramica ma non lo sapete che troppo condimento non fa bene?! Lo dicono anche a Medicina 33, non c'è bisogno di essere a dieta (tra l'altro una persona su due lo è o almeno dice di esserlo).

Olio a parte, se la padella è completamente di ceramica si sbecca facilmente. Basta metterla in lavastoviglie un paio di volte. E ditemi voi, berreste mai da un bicchiere sbeccato? Fareste mai mangiare vostro figlio in un piatto sbeccato?
Perché allora dovreste cucinarci in qualcosa che è sbeccato?

Il successo della ceramica è dovuto in gran parte alla diffondersi della voce che l'antiaderente fosse cancerogeno.
Per fortuna non lo è!

Due importanti tappe hanno fatto chiarezza su notizie imprecise riguardanti l'utilizzo in cucina delle pentole antiaderenti: la notizia del TG2 del 3 giugno 2011 all'interno della rubrica "Non solo soldi" che ha affermato la salubrità delle padelle antiaderenti e la pubblicazione di settembre 2011 della rivista ALTRO CONSUMO che ha proclamato, dopo severi test di controllo, che una padella antiaderente graffiata non rilascia sostanze pericolose.

Se poi vogliamo dirla tutta non graffiare l'antiderente è più facile di quello che crediate, basta evitare di utilizzare forchette e coltelli in acciaio e sostituirli con qualsiasi utensile in silicone.

Alla fine la padella alla Signora l'ho venduta. Con un rivestimento antiaderente rinforzato da particelle minerali ceramiche che garantisce totale antiaderenza ed elevata resistenza al graffio.
L'ideale per un uso prolungato e lavaggi frequenti in lavastoviglie.

È tornata dopo qualche giorno.
Ne ha presa un'altra.
;)

martedì 27 settembre 2011

Easy peasy lemon squeezy


Non sono una fan della cucina. Se posso (e posso) faccio cucinare Rocco. A lui piace. Ma qualche volta mi sono dovuta cimentare anche io...
I limoni. Non manca torta o ricetta dove ci voglia un pò di limone.
E così ti ritrovi a tagliarlo a metà perché tutto e troppo e a spremerlo con lo spremiagrumi, manuale ovviamente.

Poi cerchi di versare il succo e ... tac! almeno un semino ti cade nell'insalata o nella vinaigrette.

Infine hai sempre mezzo limone avazato che metti nel frigo fino a quando, un giorno, lo trovi talmente rattrappito e triste che ti fa persino pena usarlo.
Io ho trovato una soluzione pratica, avevo piacere di condividerla con voi.



Allora? Che ne dite?

martedì 20 settembre 2011

Casa che vai profumo che trovi

Diciamolo: avere una casa profumata è il sogno di tutti, soprattutto delle donne. Tornare a casa, aprire la porta e sentire un bel profumo.
Spesso non è così facile: tra il soffritto della cucina, il cesto della biancheria da lavare (e non solo) in bagno, la camera da letto che è rimasta chiusa tutta la giornata...

Si sa, i profumi fanno parte della nostra vita. Quante volte un determinato profumo vi ha ricordato qualcosa?
Esistono in commercio deodoranti che si trovano facilmente nello scaffale del supermercato, si "nascondono" e spruzzano il profumo a tradimento; ma esistono anche altre soluzioni, esteticamente più belle e piacevoli, che diventano un vero e proprio oggetto d'arredo.

Come per i profumi per il corpo alcune aziende propongono profumazioni per ambienti che si compongono di note di cuore, note di testa e note di fondo o di coda. Altre giocano su profumazioni giovani come banana rhum e vaniglia, gocce di mojito, assenzio, ecc.

In base alle vostre preferenze potete scegliere anche il contenitore. Dal diffusore a bastoncino dove il flacone è di diverse dimensioni, colori e anche materiale per potersi adattare a diversi tipi di arredamento; alla lampada catalitica che bruciando diffonde la fragranza scelta.


Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi.
- P. Süskind

lunedì 5 settembre 2011

È andata più o meno così...


Avevo studiato e mi ero impegnata per avere il lavoro che avevo. Non ero male, alcuni progetti li ho seguiti alla grande eppure... qualcosa non andava. Nonostante sin da piccola avessi sognato un lavoro così forse non era quello che volevo davvero fare nella vita. Dicevo "forse", tra me e me, perché non è facile ammettere di aver proprio sbagliato strada. Dopo mesi di rimuginamenti e pensieri l'ho ammesso. Volevo fare altro.

Un pò per gioco, un pò no ne ho iniziato a parlare con Rocco, che allora era il mio fidanzato e che oggi è mio marito.

Finchè, un giorno, è arrivata voce che vendessero un negozio. Trattava articoli per la casa, che adoro.

Quando sono entrata per vederlo, nonostante fosse conciato male ho sentito che era quello. Era proprio lui e sarebbe diventato perfetto.

Ci ho messo un anno per averlo. Un anno di trattative e di mia preparazione. Il 1 luglio 2011 è diventato mio e adesso ha tutto un altro aspetto. È come me lo ero immaginato.
Da più di un mese sono chiusa lì dentro, dalla mattina presto alla sera tardi.
Sono stanca ma anche molto felice. Ci sono ancora alcuni dettagli da sistemare, qualche prezzo che manca, qualche vetrofania che non è arrivata ma sapete cosa vi dico?

Io domani apro :)

mercoledì 17 agosto 2011

Emozioni di Ceramica



Quest'anno non dovevamo fare vacanze ma alla fine siamo riusciti a ritagliarci quattro giorni sul Lago di Garda. Dove, un pò per caso, un pò no, ho avuto il piacere di conoscere Margherita Vellini. Una scultrice, un'artigiana, un'artista.

Sono stata nel suo show room a Bardolino: la sua ceramica è fatta di elementi nati dall'amore per il design e la grafica. Una buona dose di femminilità unita all'amore per la semplicità dettano il tema creativo del suo percorso che si snoda tra forme organiche e pulite dove, la mano allenata, intaglia tessuti di stelle, pizzi di fiori, spirali e volute che imbrigliano la luce creando una trina splendente di smalti bianchi e cromati.
Oggetti dolci e raffinati che trovano posto nelle case di tutta europa da parecchi anni. Adesso anche nella mia ;)

Il suo show room più che una vetrina è una galleria di potenzialità e di possibilità. Tutte quelle che un laboratorio artigianale creativo può mettere in campo. Se poi il campo è quello di una materia duttile e versatile come la ceramica o la porcellana, spariscono i confini dell'immaginazione. Complementi d'arredo e oggetti d'uso, personalizzati e completamente fatti a mano distinguono l'artigianato artistico di Margherita Vellini dalla produzione seriale.

Chi è alla ricerca del vero Made in Italy, non può non avere a casa un suo pezzo.

domenica 7 agosto 2011

Grattugie magiche


Ormai quasi tutti gli amanti della cucina conoscono questa storia.
Un giorno, una casalinga canadese profondamente delusa dalla sua grattugia, che stava utilizzando per preparare una torta all'arancia, ebbe un'idea.
Andò nel garage del marito a cercare qualcosa di affilato e ritornò in cucina con un raschietto da falegnameria. Fece scorrere l'arancia sulle quelle lame e rimase stupita: graziose scaglie di scorza d'arancia sciovolarono giù come fiocchi di neve. La scoperta di questa signora gettò le basi del successo delle grattugie per alimenti Microplaine®

Gli utensili Microplane® sono stati ribattezzati “le grattugie magiche”. Riescono a sminuzzare tutti gli alimenti: dal tartufo, al cioccolato, al formaggio alla buccia degli agrumi, rendendoli impalpabili e aumentane i profumi.
La loro incredibile capacità di taglio è data da un trattamento di fotoincisione che le rende incredibilmente affilate ma sicure all’uso.

Unutile dirvi che casa nostra è piena perché mio marito appena le ha viste ne ha comprate per un esercito ;)

mercoledì 27 luglio 2011

Maria Buytaert e le sue candele




Le candele di Maria sono speciali. Sono tutte fatte a mano nel rispetto della salvaguardia della salute e dell'ambiente.

La qualità di tutto ciò che la sua azienda produce è certificata dal marchio di qualità RAL. Nonostante il marchio RAL sia nato per il mercato interno tedesco ha acquistato una notevole autorità in campo internazionale.

Le candele Maria Buytaert non rappresentano solamente tradizione, lasciano anche spazio ad innovazioni e sviluppi.

Ho conosciuto Maria a Milano, qualche tempo fa, e ci siamo fatte una bella chiaccherata, un pò in inglese, un pò in italiano e un pò in francese. - Io in francese so dire solo Perrier e Baguette -

Maria è una di quelle persone che lavorano sempre, dormono poco e pensano a come fare meglio. Sapevo di dover incontrare una persona così e me l'ero immaginata molto austera, una sorta di "Rottermaier" moderna. Invece, mi ha accolto con un sorriso.

Insieme a lei c'era una sua collaboratrice che parlava bene l'italiano e che dopo un pò, si è inserita nella nostra conversazione. Forse aveva capito che il francese non è il mio forte...
È stata lei a dirmi che nell'azienda di Maria lavorano quasi solamente donne separate e con figli a carico. Nel pomeriggio i figli delle sue dipendenti fanno i compiti insieme, in azienda, mentre le mamme lavorando.
Maria era imbarazzata ma io credo che questo suo aspetto umano si rifletta sulle sue bellissime candele.

Le candele di Maria non si sciolgono come le altre, si trasformano: si aprono a fiore man mano che si consumano creando un'atmosfera unica.


domenica 24 luglio 2011

Matrimonio, diciamola tutta.




Oggi è la prima domenica, dopo una lunga serie, in cui non siamo invitati a un matrimonio. Quest'anno, dopo il nostro, abbiamo partecipato ad altri quattro matrimoni. Meno male che "non si sposa più nessuno".
Mi sento autorizzata a dare alcuni consigli di sopravvivenza per questo giorno magnifico - per gli sposi, non certo per gli invitati ;) -


Cari sposi,
il matrimonio se ci credete è una scelta di vita straordinaria. Tutte le pesone che vi vogliono bene saranno felici di partecipare alla vostra gioia, farvi un regalo, comprare un vestito nuovo - questo vale soprattutto per le donne - mangiare 67 portate e fare festa. Però... abbiate un pò di buon senso:

- Ricordate al fotografo che è un fotografo e non un paparazzo e che, anche se non monta 10 flash fissi in chiesa le foto verranno lo stesso. Oltretutto, la tendenza del momento è di lavorare a luce ambiente e troppi flash disturberebbero la cerimonia.

- Se vi sposate in un mese caldo evitate di prendere una macchina d'epoca senza aria condizionata altrimenti sembrerà che avete appena fatto la Parigi - Dakar di corsa!

- Per il ricevimento non scegliete un posto troppo lontano dal luogo della cerimonia. La sera, dopo una giornata di baldoria, gli ospiti vi malediranno percorrendo la strada di ritorno.

- Consigliate le vostre mamme per la scelta del vestito. Vietato vestirsi di bianco e vietato vestirsi di nero (questo vale anche per gli invtati). Basta con sta storia del "adesso il nero si usa, soprattutto se il matrimonio è di sera".

- Fate molta attenzione a chi scegliete per suonare al ricevimento. L'animazione tipo villaggio vacanze non è gradita soprattutto dagli invitati che hanno la cassa nell'orecchio.

- Le bomboniere. Questo è un argomento importante. La gente se le porta a casa e quello sarà il ricordo materiale della vostra festa. Cercate di lasciare un ricordo carino, possibilmente che sia in linea con voi e con il vostro stile.


Cari invitati,
in questo giorno sarete molto combattuti tra la gioia per i vostri amici che si sposano, la fame per la lunga attesa prima dell'aperitivo, il male ai piedi, e l'incombenza della cravatta stretta.
Tentate di resistere ma mi raccomando:

Per le donne:
- Niente vestiti di colore bianco. La sposa non siete voi. E niente vestiti di colore nero se potete. Altrimenti nelle foto sembrerete delle "boje panatere".

- Portatevi delle scarpe di ricambio. La bolla da scarpa nuova è sempre in agguato e ballare con il male ai piedi non è il massimo, né per voi, né per chi vi guarda.

Per gli uomini:
- Aspettate ad allentare la cravatta. Se proprio dovete farlo fatelo dopo la foto dei tavoli, sempre che sia prevista, altrimenti sembrerete ubriachi e sbragati prima degli antipasti.

Per tutti:
- Se avete dei bambini e non è prevista un'animatrice lasciateli ai nonni altrimenti la giornata sarà un inferno per voi e per loro.

- Quando arriva la sposa non state fuori. Se non ce la fate, date un'occhiata veloce al vestito appena scende dalla macchina e poi accomodatevi in Chiesa. Altrimenti farà un ingresso senza invitati: non è il massimo.

- Se volete rubare i fiori sui banchi fatelo dopo il lancio del riso. Se lo fate prima gli sposi avranno le foto senza fiori in chiesa! Che tristezza!

giovedì 21 luglio 2011

Un'idea geniale


Ce l'hanno avuta Douwe Jacobs e Tom Schouten, due ragazzi olandesi. Ho avuto il piacere di incontrare Douwe a Parigi e di fare quattro chiacchere insieme con lui.

"Doveva essere un semplice progetto per l'università..." ed è diventato uno dei migliori pezzi di design degli ultimi anni.

Si chiama Flux Chair, una sedia portatile. Anche se, dopo averla testata mi sento autorizzata a definirla poltrona!
Comoda, di design e salva spazio: in dieci secondi la seduta si chiude e assume le fattezze di una cartella porta documenti.

Douwe si è ispirato agli artisti del piegaggio della carta, in particolare quelli che realizzavano linee curve: è nato così, nel 2008, il primo modello di carta in scala che univa la bella forma alla sorprendente robustezza.

Alla fine del 2009 sono state consegnate le prime Flux Chair in propilene disponibile in due varianti di colore: bianco e nero.

Da quest'anno i colori sono diventati otto e sono inoltre disponibili i cushions, cuscini comodissimi che si incastrano perfettamente nella seduta, e la wall mount, una cinghia che permette di fissare al muro la Flux quando è piegata.

Semplicemente geniale!




Flux Chair folding instruction from flux on Vimeo.

lunedì 18 luglio 2011

Elogio alla Caffettiera





Adesso è il momento della Nespresso, un pò perché il Volluto è il preferito di George, un pò perché hanno una vasta gamma di validi gusti.
Prima è uscita la Lavazza a modo mio che ti permette di comprare le cialde al super mercato. E prima ancora il boom l'ha fatto la Mokona.
In tanti oggi a casa hanno una macchinetta per fare il caffè. C'è la Gaggia, la Lui Espresso, quelle che ho citato prima e chissà quante altre...

Ma diciamocela tutta: la Caffettiera. Quanto era buono il caffè della caffettiera?
E quanto era bello fare il caffè con la caffettiera?

Ti mettevi lì, la svitavi, mettevi l'acqua fino alla valvola (guai a superarla), aggiungevi il caffè e, immancabilmente, te ne cadeva un pò sul piano della cucina.

In ogni famiglia, poi, c'era una teoria diversa.
Chi compattava tutto il caffè schiacciandolo con il retro del cucchiaino. Chi ne metteva un pò di più facendo una cupoletta.
Chi metteva la caffettiera sul fuoco al minimo. Chi appena sentiva il gorgoglio correva a spegnere il gas. Chi, invece, aspettava qualche secondo in più "perché fa così ma non è ancora venuto su tutto".

E poi a Natale si usava quella da 6 o da 12, che non avendola usata per tutto l'anno faceva un caffè pessimo. Roba che dopo il primo sorso ti veniva da dire "No zia, sai cosa? È meglio se non lo bevo il caffè... ne ho già presi tre stamattina".

venerdì 15 luglio 2011

Nessun posto è bello come casa mia


Non c'è posto più bello al mondo, per me, di casa mia.
Spesso è in disordine, si trovano cose sparse qua e là ma a me sembra perfetta lo stesso.
Quando qualcuno viene a trovarmi dico sempre che casa mia è "vissuta". È vero, è così.

La sento come un guscio e quando ho bisogno di un mio spazio mi ci rinchiudo dentro. Tante volte è a disposizione degli amici, che magari vengono a cena o passano per un caffè.

Se mi assento per un pò di giorni, anche se è per una vacanza ne sento comunque la mancanza.
Il mio letto, la cucina, i vicini con una figlia adolescente con la quale spesso litigano, l'ascensore che si blocca e ti obbliga a fare 3 piani a piedi, Spugna: il cane del quarto piano.

La casa è un luogo che ci appartiene e al quale noi apparteniamo. È bello prendersene cura. Non c'è altro posto più bello al mondo.

venerdì 1 luglio 2011